Indovinello: qual’è quella cosa che avvolge i denti, le gengive, le mucose allo stesso tempo e che può fare la vostra gioia o essere la vostra croce?
E’ la saliva! E’ ciò che abbraccia tutti i tessuti del cavo orale e che spesso è responsabile di carie, bruciore orale, alitosi e la cui salute invece significa anche iniziare al meglio il
processo digestivo.

La saliva ha un pH compreso tra il 6 e il 7, tendente a una leggera acidità perchè interviene in prima battuta nel processo digestivo.
I cambiamenti della sua composizione ⬅️ e pH determinano i principali problemi della bocca: carie, piorrea, infiammazione della gengiva, bruciore, alitosi.
Una certa quantità di saliva viene prodotta in continuazione della principali ghiandole salivari ma la sua secrezione aumenta quando assaporiamo o mastichiamo del cibo, quando sentiamo un odore
gradevole, o quando si assumono certi farmaci.
D’altro canto ci sono situazioni che tendono a ridurre la produzione salivare, come la tendenza a stare a bocca aperta tipica dei ragazzi con malocclusione dentale o di chi soffre di apnee notturne, celiachia e la sindrome di Sjogren.
Quali sono le funzioni della saliva?
Sono molteplici e tutte importantissime!
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Lubrificare la bocca. E’ una delle funzioni più importanti; la saliva è un secreto che lubrifica i denti, le gengive, la lingua e tutte le mucose del cavo orale. Protegge
tutti i tessuti dalle aggressioni esterne, traumatiche o infettive e previene la secchezza correlata alla respirazione. -
Rimuovere i detriti di cibo che rimangono in bocca tra una igiene orale e l’altra. Durante il giorno capita spesso di mangiare lontano dai pasti principali e non sempre ci si
lava i denti, un buon flusso salivare permette di rimuovere i residui e mantenere la detersione della bocca. -
Dissolvere le molecole di un cibo per permettere di assaporarle. Per assaporare un cibo la sue componenti devono essere prima solubilizzate dalla saliva; la tipica riduzione
di saliva dei pazienti con xerostomia o sindrome di Sjogren può causare una riduzione del senso del gusto. -
Cominciare il processo digestivo. La digestione inizia con la masticazione e l’impasto del cibo e non sarebbe possibile senza la saliva; la saliva permette la formazione del
“bolo” alimentare e gli enzimi in essa contenuti iniziano a scindere le molecole del cibo: il passaggio all’esofago risulta quindi più semplice e meno irritante per le mucose. -
Tamponare gli acidi. I bicarbonati contenuti nella saliva sono in grado di alzare il pH che si abbassa ogni volta che mangiamo o beviamo alimenti acidi, prevenendo così la
disgregazione dello smalto del dente e l’inizio della carie dentale. -
Aiutare il microbioma della bocca. La saliva, e in particolare la mucina in essa contenuta, è in grado di legarsi e/o distruggere cellule batteriche che attaccandosi ai denti
e alle mucose potrebbero innescare dei problemi orali; questo favorendo al tempo stesso la colonizzazione di batteri buoni che combattono contro gli aggressori per le stesse nicchie e lo
stesso cibo.
Lo sapevi che è possibile valutare lo stato di salute della tua saliva con un semplice esame in studio?
Conoscere lo stato di salute e la composizione della propria saliva ci aiuta a affrontare al meglio un programma di prevenzione.
Ad esempio, in caso di carie ricorrenti è importante sapere se il problema è dovuto ad una acidità del cavo orale che rammollisce lo smalto e alla presenza di un’alta carica di batteri cariogeni
come lo Strepcoccus Mutans, perchè le terapie preventive differirebbero molto.
Nel caso di malattia parodontale è possibile invece conoscere l’aggressività dei batteri presenti a livello gengivale e lavorare in
maniera soggettiva per arrestare la progressione di questa infiammazione cronica che porta, se non trattata, alla perdita dei denti
Nello studio Tiozzi Ferroni è possibile eseguire un test salivare che valuta immediatamente le caratteristiche cliniche della saliva: pH, viscosità,
quantità, potere tampone.
Il campione raccolto viene poi inviato ad un laboratorio esterno che ne analizza il contenuto batterico definendo anche un criterio di
rischio.

